Gli strangozzi rappresentano il piatto tipico per eccellenza di Spoleto, presenti in quasi tutti i menu dei ristoranti della zona.
Si cucinano “alla spoletina”, un condimento che prevede una salsa di pomodoro leggermente piccante, al tartufo, con asparagina o abbinati a una ricetta di fantasia. Ma la caratteristica superficie ruvida li rende una pasta che si adatta bene a ogni tipo di condimento, anche a base di carne con salsiccia, maiale, pancetta o selvaggina.
Rappresentano uno dei piatti poveri del territorio, che da sempre sono stati un vanto della cucina italiana, perché le vere tradizioni sono quelle che nella realtà di tutti i giorni ci ricordano la nostra storia culinaria e la grande passione per il cibo che caratterizza il nostro Paese.
Ogni regione ha le proprie particolarità o varianti di cibi semplici e sempre gustosissimi, specie quando si tratta di paste tirate a mano. Si pensi alle tagliatelle romagnole, ai tajulin piemontesi, o ai maccheroni al ferretto calabresi.
Gli Strangozzi di Spoleto sono la versione umbra dello stesso piatto, di forma simile agli spaghetti, ma più spessi, di sezione quadrata e con superficie più ruvida.
Si preparano con farina di grano tenero, acqua e sale, secondo la ricetta tipica della tradizione contadina della zona compresa tra Foligno e Spoleto, ma diffusa anche in tutta l’Umbria, nelle Marche e nel Lazio. Oggi vengono preparati e serviti anche nella versione con l’aggiunta di uova.
Si realizzano a mano stendendo una sfoglia, spessa tra i 2 e i 4 mm, di pasta di farina di grano tenero, acqua e sale.
La sfoglia è poi tagliata a strisce di circa 4 mm di larghezza e la lunghezza di circa 30 cm (striscioline “erte de pasta e fine de coltello”).
È curioso che a seconda delle zone il nome cambi in stringozzi, strengozzi, strengozze, strozzapreti o, come nel ternano, ciriole (a Spoleto il più comune è strangozzi).
Guarda il video per prepararli direttamente a casa tua…